domenica 17 giugno 2007

Scenderemo nel gorgo muti

Quanti sono i provvedimenti che il Governo si è impegnato a portare a termine prima del Dpef e della pausa estiva? Nelle ultime settimane sembra impossibile sfogliare l’agenda. A colpo d’occhio ci sarebbero solo alcune sciocchezze da sistemare: un disegno di legge sui costi della politica, un decreto sulle pensioni, la Tav, i Dico, la legge sul conflitto d’interessi, la riforma elettorale e quella sul federalismo. Pur volendo procedere spediti, senza affogare nella marea del ’92, saremmo risucchiati dall’ingorgo parlamentare. Nel mini-dossier qui di fianco(#) c’è qualche articolo interessante sulla trattativa per le pensioni. Un confronto tra parti che prima o poi dovranno accordarsi, come si evince dalla situazione, logorante a sufficienza senza essere destabilizzante. Anzi vista la situazione del Governo e quella dei lavoratori è proprio la battaglia tra poveri che ci voleva; poveri di energie vitali è sottointeso, dal momento che di mezzo c’è pur sempre un tesoretto. Gli altri dossier più polposi non si possono nemmeno prendere in considerazione; sono isole troppo a largo. Lo sa bene anche il premier Romano Prodi, che per creare un diversivo aveva deciso questo week-end di risalire il fiume Po con un barcone, in compagnia di Dario Franceschini e Piero Fassino (che poi ha dato buca) alla volta della Padania, pronto ad issare il vessillo federalista e a veder accorrere la gente del posto, che per quella bandiera scenderebbe a patti anche con Gengis Khan. Ad accoglierlo ha trovato invece dei gruppetti che lo hanno fischiato, costringendolo a rispondere piccato via agenzie che lui, insomma, “lui lì è di casa, quelli sono arrivati dopo”, mentre nello sguardo gli sarà balenato lo sfottò di Calderoli, che all’incontro di fine aprile(*) con gli stati maggiori della Lega per discutere di federalismo, gli aveva quasi dato del terrone di Bologna. E’ a questo punto che l’aria deve essergli sembrata irrespirabile.

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