
Il vero terreno di confronto peraltro è quello della microcriminalità. È lì che le antenne sono più sensibili, poiché come ha fatto notare Ilvo Diamanti nella recente ‘mappa della paura’ su Repubblica, non solo gli artefici, ma anche le vittime appartengono prevalentemente agli strati più popolari e marginali della società.
Mentre si moltiplicano le iniziative e le proposte periferiche per ristabilire la legalità, dalle ricette definitive di certi leghisti come il sindaco di Treviso Gentilini a quelle di altre amministrazioni che invocano più poteri di polizia e sperano di poter applicare la dottrina Giuliani, il Governo è pronto a varare un piano di sicurezza ed ha appena presentato un dossier ricco di cifre(*).
Si spera che l’urgenza del confronto democratico su questo tema, in questo delicato passaggio politico, non porti a soluzioni buone soltanto a replicare la stampa favorevole che ha accompagnato analoghe iniziative in altri paesi, né che recenti proposte come quella dell’istituzione di una banca dati del Dna possano essere la panacea, dal momento che non possiamo essere certi che l’aumento della capacità di identificazione, oltre alle implicazioni per la privacy dei cittadini, non finisca per creare uno stato (con la esse minuscola) di polizia.
Mentre si moltiplicano le iniziative e le proposte periferiche per ristabilire la legalità, dalle ricette definitive di certi leghisti come il sindaco di Treviso Gentilini a quelle di altre amministrazioni che invocano più poteri di polizia e sperano di poter applicare la dottrina Giuliani, il Governo è pronto a varare un piano di sicurezza ed ha appena presentato un dossier ricco di cifre(*).
Si spera che l’urgenza del confronto democratico su questo tema, in questo delicato passaggio politico, non porti a soluzioni buone soltanto a replicare la stampa favorevole che ha accompagnato analoghe iniziative in altri paesi, né che recenti proposte come quella dell’istituzione di una banca dati del Dna possano essere la panacea, dal momento che non possiamo essere certi che l’aumento della capacità di identificazione, oltre alle implicazioni per la privacy dei cittadini, non finisca per creare uno stato (con la esse minuscola) di polizia.
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