Man mano che emergono particolari sull’archivio del braccio destro di Nicolò Pollari assistiamo ad un contorcimento della prosa di chi cerca di spiegarci quanto fosse eversiva la sua attività e pericolosa per la democrazia. C’è però anche chi, per tagliar corto, ha scritto che il famoso archivio di Pompa è soltanto un cumulo di spazzatura; immagino volesse dire che dal punto di vista del manuale del perfetto 007, mettere insieme dei dossier con gli articoli di giornale e le notizie pubblicate su internet, fosse una roba da mezzecalze, poco professionale, come a dire che così son bravi tutti a spiare. Bene, qui comincia a sorgere qualche dubbio sull’attività di intelligence in esame, poichè i due enunciati sono entrambe scorze di formaggio mozzicate: è mai possibile che leggere i giornali e archiviarli possa costituire un pericolo per la democrazia? E se giornali e siti web, con tanto di accesso a database ricchi di notizie, hanno pubblicato di tutto negli ultimi 15 anni, è così sbagliato pensare di cercare le proprie informazioni su queste fonti? Staremo a vedere, resta valida a mio modesto avviso la regoletta che non v’è nulla di più inedito dell’edito. Intanto il mio problema è che la gestione dell’archivio si è enormemente semplificata e ha messo il turbo. Ricordo che qualche anno fa, quando ritagliavo i giornali, riuscivo a mettere da parte circa una trentina di articoli al giorno, che poi una volta indicizzati venivano riposti in dei faldoni, che adesso giacciono in cantina. Poi con la diffusione dei pdf come standard nelle rassegne stampa e nelle documentazioni, il ritmo è sensibilmente aumentato, migliorando contestualmente la facoltà di recall attraverso i motori di ricerca; l’unico dispendio di tempo era a quel punto l’aggregazione ‘manuale’ di fonti disparate. E veniamo all’oggi. Nel box qui di fianco(#) c’è una serie di link a molti strumenti che consentono alle informazioni di viaggiare in modo più efficiente e condivisibile. Anche questo blog, che forse è giunto già a fine corsa, a dispetto della linearità editoriale, serba in realtà un ‘tigre’ nel motore. Alcuni dei dossier che sono stati pubblicati nei post scorsi, sono il frutto di una discreta impostazione tecnologica, che consente mediante gli algoritmi di Yahoo! Pipes e di Google reader (esistono peraltro altre versioni che svolgono le medesime funzioni) di mischiare una serie di fonti, che una volta selezionate per un determinato dossier si auto-aggiornano. Diciamo che è come se il bicchiere con il vostro cocktail preferito si riempisse da solo ogni volta. Questo vuol dire che è sufficiente decidere il target, selezionare e mixare le fonti migliori e poi non resta che abbeverarsi. Dunque è diventato tutto così semplice? Personalmente avverto una sensazione di ubriachezza, ho la sensazione, sgradevole (chissà perché poi), di essere vicino a diventare come Pio Pompa; uno che conosce i segreti della gente perché legge i giornali! A proposito mentre scrivo questo post sento la voce di Cesara Buonamici in televisione. Eccola è lei, è tornata in conduzione al Tg delle 20 su Canale 5, è tutta vestita di bianco. Era stata sospesa per sei mesi dall’ordine dei giornalisti del Lazio a novembre 2006, perché si era proposta come intermediaria del Principe Vittorio Emanuele di Savoia su un affare di slot-machine e la coppia Woodcock-Sciarelli l’aveva castigata. Ecco il link all’articolo di Costanza Rizzacasa de La Stampa(*). Probabilmente presto arriverà una stretta sull'informazione con l'approvazione bipartisan della legge sulle intercettazioni proposta in Consiglio dei ministri già da un anno(*); forse i testi delle conversazioni riservate spariranno dai giornali e dalla blogosfera, lasciando il posto unicamente alle confidenze e ai pettegolezzi. Allora forse è il tempo delle verifiche.
sabato 14 luglio 2007
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